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Le Intolleranze Alimentari

 

Quasi quotidianamente vediamo pazienti con sintomi digestivi convinti che la causa dei loro disturbi sia attribuibile  ad alcuni alimenti. Questa convinzione è spesso suffragata dai risultati di test che, essendo del tutto inappropriati, non portano poi  a un trattamento efficace, da qui l’arrivo, finalmente, dal gastroenterologo.

 

Il primo punto da chiarire a questi pazienti è che è vero che esistono le ALLERGIE ALIMENTARI, espressione di una anomala reazione del nostro sistema immunitario verso alcuni componenti degli alimentari.

I sintomi tendono però ad insorgere a breve distanza dall’assunzione dell’alimento responsabile, sono abbastanza vistosi e tendono ad interessare molti altri organi come pelle, bocca, laringe, bronchi, cuore, sistema nervoso.

La seconda tappa è escludere la CELIACHIA, anch'essa legata a una reazione del Sistema Immunitario al glutine presente in alcuni cereali. Una  condizione facilmente riconoscibile, come illustrato nella sezione “PATOLOGIE” di questo sito, nelle pagine dedicate a questa condizione.

Il terzo punto da chiarire è che, una volta esclusa la Celiachia, rimangono le reazioni non immunomediate, che si definiscono Intolleranze, e che l’unica intolleranza riconosciuta è l’INTOLLERANZA AL LATTOSIO, lo zucchero contenuto nel latte.

Non esistono cioè altre intolleranze oltre quella al lattosio!

Questa intolleranza è causata da un DEFICIT DI LATTASI, l’enzima necessario a scindere il Lattosio  nei suoi due costituenti, GLUCOSIO GALATTOSIO, tappa indispensabile per consentirne l’assorbimento intestinale, cioè la capacità di attraversare le pareti dell'intestino, arrivare nel sangue e poter essere essere utilizzati da parte dell’organismo.

Nei soggetti con deficit di questo enzima il Lattosio non viene assorbito, rimane nell'intestino e qui viene fermentato dai batteri intestinali, con liberazione di gas e altre sostanze irritanti, capaci di provocare diarrea, flatulenza, gonfiore e dolore addominale.

Il deficit di lattasi interessa il 3-5% dei bambini sotto i 2 anni e quasi la metà della popolazione dopo i 15 anni.

Nei soggetti sintomatici la DIAGNOSI può essere già formulata sul dato anamnestico di insorgenza dei sintomi dopo l’ingestione del latte.

L’intolleranza può essere dimostrata anche con  il BREATH-TEST (Test del respiro), che consiste nell’analisi dell’aria espirata dopo somministrazione di una dose di Lattosio. In caso di deficit di Lattasi la sua fermentazione provoca un’iperproduzione intestinale di Idrogeno misurabile nell’aria espirata.

E’ possibile che il test risulti falsamente negativo per cui nei soggetti sintomatici conviene escludere comunque il latte dalla dieta.

Particolarmente costoso e quasi sempre non necessario è il TEST GENETICO, che può accertare l’eventuale origine o predisposizione genetica al questo deficit enzimatico.

Fortunatamente solo la metà di questi soggetti è consapevole della sua condizione, poiché l’altra metà impara spontaneamente a evitare quasi del tutto di bere il latte e riesce a tollerare il Lattosio ancora presente nei latticini freschi (ma non in quelli stagionati)  senza presentare sintomi significativi.

 

Tutte le altre cosiddette “INTOLLERANZE ALIMENTARI” sono in realtà diagnosticate sulla base di TEST che, sottoposti a valutazione clinica attraverso studi controllati, si sono dimostrati privi di qualunque credibilità scientifica e validità clinica e pertanto non sono assolutamente da prescrivere!

 

La loro sempre più larga diffusione è legata a molteplici fattori:

  • Campagne pubblicitarie su vari canali d’informazione promosse dall’industria alimentare per indurre all’uso di alimenti cosiddetti “dietetici”

  • La sempre maggiore messa in discussione del valore delle “evidenze scientifiche”, basti pensare al nuovo esercito di negazionisti,  NO-VAX e  NO-MASK perfino in corso di pandemia

  • L’attribuzione arbitraria a un’intolleranza alimentare delle più svariate patologie

  • Il fascino esercitato da metodi naturali “soft” nella diagnosi e cura delle più svariate malattie

 

I Test “alternativi”, inutili e potenzialmente dannosi, vengono eseguiti sia IN VIVO, cioè direttamente sui pazienti, che in VITRO, cioè in laboratorio. Ne forniamo un elenco per mettere in guardia i pazienti più accorti.

  • TEST IN VIVO

    • Test di provocazione-neutralizzazione  intradermico

    • Test di provocazione-neutralizzazione sublinguale 

    • Test elettrodermici

    • Test di Kinesiologia applicata

    • Biorisonanza

    • Iridologia

    • Analisi del capello

    • Pulse test

    • Strenght test

    • Riflesso cardio-auricolare

    • …………………………............

  • TEST IN VITRO

    • Test citotossico

    • Dosaggio delle IgG 4

    • ............................ 

L’impiego di questi Test non garantisce il rispetto dei principi sanciti dal Codice di  Deontologia Medica e in particolare l’art. 13 (….la prescrizione deve fondarsi sulle evidenze scientifiche disponibili, sull’uso ottimale delle risorse e sul rispetto dei principi di efficacia, sicurezza e appropriatezza……). 

 

Raccomandazioni conclusive

  • Non eliminare il glutine dalla dieta senza una diagnosi certa di patologia glutine-correlata

  • Non sempre è necessario eliminare completamente e definitivamente i derivati del latte anche in caso di accertata Intolleranza al Lattosio

  • Non utilizzare Internet per autodiagnosi e  terapie “fai date”

  • No a Test effettuati senza prescrizione specialistica direttamente nei Laboratori d’Analisi, se non addirittura nelle Farmacie o Parafarmacie

Questi Test, fornendo risultati inattendibili e non correlabili alle problematiche riportate dai pazienti, li pongono a rischio di diete non solo inappropriate e inefficaci ma addirittura potenzialmente dannose

per la salute

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