Dott.ri Ferdinando & Natale Polimeni
Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
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Le Intolleranze Alimentari
Quasi quotidianamente vediamo pazienti con sintomi digestivi convinti che la causa dei loro disturbi sia attribuibile ad alcuni alimenti. Questa convinzione è spesso suffragata dai risultati di test che, essendo del tutto inappropriati, non portano poi a un trattamento efficace, da qui l’arrivo, finalmente, dal gastroenterologo.
Il primo punto da chiarire a questi pazienti è che è vero che esistono le ALLERGIE ALIMENTARI, espressione di una anomala reazione del nostro sistema immunitario verso alcuni componenti degli alimenti.
Queste allergie sono peraltro facilmente riconoscibili poiché i sintomi insorgono di solito a breve distanza dall’assunzione dell’alimento responsabile, sono abbastanza vistosi e tendono ad essere sistemici, potendo interessare molti organi come pelle, bocca, laringe, bronchi, cuore, sistema nervoso.
Le INTOLLERANZE ALIMENTARI sono invece reazioni avverse ad alcuni alimenti in cui non è coinvolto il sistema immunitario. L'Intolleranza alimentare agisce in relazione alla quantità di alimenti non tollerati ingeriti e con un fenomeno di accumulo di cosiddette "tossine" nell'organismo, tale fenomeno determina l'insorgere di sintomi spesso sovrapponibili a quelli delle allergie, ma che se ne differenziano in quanto non interessano il sistema immunitario.
Diversa da entrambe è la CELIACHIA, provocata da una reazione immunitaria dell’organismo all’assunzione del glutine, un complesso proteico presente in molti cereali, come orzo, frumento e segale, della quale ci occuperemo in maniera specifica nel capitolo CELIACHIA.
Un altro punto importante da chiarire subito è che solo di alcune intolleranze è nota la causa scatenante.
INTOLLERANZE DA MALDIGESTIONE
Sono provocate dall'insufficiente digestione (MALDIGESTIONE) di alcuni nutrienti e in particolare dei CARBOIDRATI, che, per essere digeriti, devono essere scissi, per mezzo di specifici enzimi, nei loro componenti GLUCOSIO, FRUTTOSIO E GALATTOSIO, che solo singolarmente possono attraversare la parete intestinale ed essere assorbiti, altrimenti raggiungono immodificati il colon, dove vengono attaccati e fermentati dalla flora batterica intestinale con produzione di gas e residui irritanti, responsabili di sintomi come gonfiore, dolore, flatulenza.
I carboidrati alimentari principali sono:
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OLIGOSACCARIDI, carboidrati complessi, costituiti da catene glucidiche formate da una combinazione di monosaccaridi come GLUCOSIO, FRUTTOSIO E GALATTOSIO:
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i FRUTTOLIGOSACCARIDI sono formati dall'unione di multiple unità di FRUTTOSIO e GLUCOSIO e sono contenuti principalmente nei prodotti del grano (pane, pasta e altri farinacei) e nelle verdure
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i GALATTOLIGOSACCARIDI, costituiti da multiple unità di GALATTOSIO e GLUCOSIO, sono contenuti soprattutto nei legumi
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Gli enzimi necessari per rompere i legami che li assemblano sono le GLICOSIDASI. Questi enzimi in alcuni soggetti possono essere deficitari ovvero insufficienti, specie in caso di eccessiva assunzione di questi carboidrati, che, se indigeriti, sono destinati alla fermentazione nel colon.
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DISACCARIDI, sono costituiti da due monosaccaridi e i principali sono
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SACCAROSIO, il comune zucchero da tavola, costituito da GLUCOSIO e FRUTTOSIO
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LATTOSIO, principale costituente del latte e composto da GLUCOSIO e GALATTOSIO
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Nella maldigestione e conseguente malassorbimento del lattosio l'enzima necessario a separare i due componenti deficitario è una disaccaridasi, la LATTASI.
INTOLLERANZE DA MALASSORBIMENTO DIRETTO
In questo caso il problema non è più enzimatico ma legato direttamente a un insufficiente assorbimento (MALASSORBIMENTO) di alcuni carboidrati, che, essendo MONOSACCARIDI, cioè composti da un'unica molecola, non richiedono alcuna scissione enzimatica.
La causa del malassorbimento dei monosaccaridi risiede:
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nel caso del FRUTTOSIO, principale componente della frutta, in un'insufficienza dei meccanismi di trasporto necessari per farlo penetrare nella parete intestinale, specie in caso di assunzione di quantità eccessive di frutta.
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nel caso dei POLIOLI, presenti in particolare nei dolcificanti come Sorbitolo, Xilitolo e nelle prugne, il malassorbimento è dovuto, invece, alle loro dimensioni voluminose, per cui fano fatica ad attraversare le pareti intestinali.
I carboidrati maldigeriti o malassorbiti sono indicati con l'acronimo inglese FODMAPs, che sta per: Fermentable Oligosaccharides Disaccharides Monosaccharides And Polyols.
ALIMENTI RICCHI DI FODMAPs E MENO DIGERIBILI SONO:
FRUTTOLIGOSACCARIDI: Grano, Orzo, Segale, Farro, Pane, Pasta, Biscotti...
GALATTOLIGOSACCARIDI: Fagioli, Lenticchie, Ceci, Broccoli, Cavolfiori,Carciofi, Funghi, Cipolle, Aglio...
SACCAROSIO: Biscotti, Gelati, , Succhi di frutta, Bevande zuccherate, Caramelle...
LATTOSIO: Latte & Yogurt, Latticini Freschi, Gelati, ...
FRUTTOSIO: Frutta, più abbondante in quella molto zuccherina
POLIOLI: Prugne, Sorbitolo, Xilitolo, Maltitolo...
2. INTOLLERANZE FARMACOLOGICHE
INTOLLERANZA ALL’ISTAMINA
È l’intolleranza farmacologica più diffusa (1%). L'istamina si forma in numerosi alimenti, per cui il nostro organismo la assume quotidianamente, la degrada grazie al microbiota e la libera in circolo.
Nelle persone intolleranti c’è una predisposizione genetica, ma determinante è lo squilibrio tra la quantità di istamina contenuta o rilasciata dagli alimenti ingeriti e la capacità di degradarla.
Gli alimenti più ricchi di istamina sono: alcolici, caffè, carne di maiale, salumi, tonno, salmone, pesce azzurro, crostacei, molluschi, alimenti in scatola o affumicati, formaggi stagionati o fermentati, uova, pomodori, spinaci, melanzane, funghi, crauti, frutti di bosco, banane, prugne, agrumi, pere, ananas, kiwi, frutta secca , cioccolato
SINTOMI:
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CUTANEI: Prurito. Eritema
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GASTRO-INTESTINALI: nausea, vomito, addominalgia, diarrea
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EXTRA-INTESTINALI: emicrania, ipotensione, tachicardia, vertigini, rinite, dispnea, collasso
DIAGNOSI:
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Il DAO-TEST, che valuta l’attività della DIAMINOSSIDASI (DAO), è utile ma non diagnostico per il rischio di falsi negativi e l’esistenza di altri enzimi coinvolti nella degradazione dell’istamina
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Il migliore criterio diagnostico è quello ex adiuvantibus della risposta agli antistaminici o a una dieta a basso contenuto di istamina.
TERAPIA
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Limitare l'assunzione di alimenti ad alto contenuto di Istamina
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Antistaminici
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DAOSIN un farmaco che contiene l'enzima Diaminossidasi (DAO), che dovrebbe degradare l'istamina presente negli alimenti e nell'intestino e andrebbe assunto in occasione di pasti a rischio.
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Non congelare la carne poiché, nel freezer, nonostante le basse temperature, i processi putrefattivi proseguono e le amine continuano a formarsi.
ALTRE AMINE RESPONSABILI:
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TIRAMINA: presente in molti alimenti associata all'istamina e provoca sintomi simili
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METILXANTINE come CAFFEINA, TEINA, TEOBROMINA (cioccolato fondente), CAPSAICINA (peperoncino), che se non tollerate provocano insonnia, ansia, tachicardia, nausea, vomito, diarrea. Bisogna pertanto assumerle in quantità moderata valutandone il contenuto nelle bevande e negli alimenti
INTOLLERANZA ALL'ALCOOL
E' anch'essa legata all'istamina, di cui sono particolarmente ricchi i vini rossi, ma entrano in gioco altri fattori:
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DEFICIT GENETICO di ALDEIDE DEIDROGENASI
si ritiene interessi il 10% delle donne e il 5% dei maschi e può essere evidenziata con un test del DNA. In questi soggetti l'acetaldeide, un composto tossico, che si forma nel fegato per metabolizzazione dell'alcool, non può essere inattivata per deficit dell'enzima necessario e cioè dell'aldeide deidrogenasi, per cui si accumula e provoca rossore, congestione nasale, nausea, vomito, tachicardia, ipotensione, sonnolenza fino al coma etilico
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TANNINO E FLAVONOIDI
Presenti soprattutto nei vini rossi, possono interferire su alcune attività enzimatiche con la conseguenza che l'organismo non può denaturare certe sostanze come i fenoli, che, passando nel cervello, provocano la classica emicrania da vino rosso -
SOLFITI
Non conosciamo, come vedremo, il meccanismo con cui la loro presenza nel vino possono provocare orticaria ed asma, rientrano pertanto nelle cosiddette intolleranze non spiegabili.
Le dosi ammesse per i vini sono:
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passiti (fino a 400mg/l)
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dolci (fino a 250 mg/l)
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bianchi (fino a 200mg/l)
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rossi max 150mg/l
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biologici max 50ml/l
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Infine, esistono vini senza solfiti salvo quelli naturali contenuti nella buccia dell’uva
3. INTOLLERANZE NON SPIEGABILI
Ne soffrono l'1% dei bambini e lo 0.2% degli adulti.
Hanno meccanismi poco conosciuti, per questo vengono definite non spiegabili.
Un ruolo importante si pensa che possano avere gli ADDITIVI ALIMENTARI, capaci di provocare, dopo alcuni minuti o alcune ore dall’ingestione, sintomi quali cefalea, orticaria, nausea, vomito, ipotensione, riacutizzazione di un’eventuale asma.
La loro presenza negli alimenti deve essere segnalata nelle etichette dove vengono denominati con una sigla costituita dalla lettera E (Europa) seguita da un numero.
Quelli meno tollerati sono i SOLFITI, sali inorganici utilizzati sia come antiossidanti, che conservanti antimicrobici, per prevenire il deterioramento di alimenti come vino, formaggi, frutta secca, gamberi...
Vengono indicati con con la sigle da E220 a E229 e l’intolleranza è dose-dipendente con valore soglia 10mg/Kg o 10 mg/l
Tra gli ESALTATORI DI SAPIDITÀ i più diffusi sono i GLUTAMMATI (E620-629), molto usati specie nella cucina orientale, ma anche da noi nelle carni in scatola, ravioli, dadi, provocano la SINDROME DA RISTORANTE CINESE, che appare poco dopo il pasto con cefalea, nausea, sudorazione, bruciore nella parte posteriore del collo.
I COLORANTIARTIFICIALI (E100-199) possono provocare deficit dell’attenzione e iperattività e negli alimenti trattati deve essere riportata la dicitura “può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini”
Tutte le altre cosiddette “INTOLLERANZE ALIMENTARI” sono in realtà diagnosticate sulla base di TEST che, sottoposti a valutazione clinica, attraverso studi controllati, si sono dimostrati privi di qualunque credibilità scientifica e validità clinica e pertanto non sono assolutamente da prescrivere!
La loro sempre più larga diffusione è legata a molteplici fattori:
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Campagne pubblicitarie su vari canali d’informazione promosse dall’industria alimentare per indurre all’uso di alimenti cosiddetti “dietetici”
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La sempre maggiore messa in discussione del valore delle “evidenze scientifiche”, basti pensare al nuovo esercito di negazionisti, NO-VAX e NO-MASK perfino in corso di pandemia
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L’attribuzione arbitraria a un’intolleranza alimentare delle più svariate patologie
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Il fascino esercitato da metodi naturali “soft” nella diagnosi e cura delle più svariate malattie
I Test “alternativi”, inutili e potenzialmente dannosi, vengono eseguiti sia IN VIVO, cioè direttamente sui pazienti, che in VITRO, cioè in laboratorio. Ne forniamo un elenco per mettere in guardia i pazienti più accorti.
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Test di provocazione-neutralizzazione intradermico
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Test di provocazione-neutralizzazione sublinguale
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Test elettrodermici
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Test di Kinesiologia applicata
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Biorisonanza
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Iridologia
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Analisi del capello
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Pulse test
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Strenght test
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Riflesso cardio-auricolare
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Test citotossico
- Dosaggio delle IgG 4
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L’impiego di questi Test non garantisce il rispetto dei principi sanciti dal Codice di Deontologia Medica e in particolare l’art. 13 (….la prescrizione deve fondarsi sulle evidenze scientifiche disponibili, sull’uso ottimale delle risorse e sul rispetto dei principi di efficacia, sicurezza e appropriatezza……).
Questi Test, fornendo risultati inattendibili e non correlabili alle problematiche riportate dai pazienti, li pongono a rischio di diete non solo inappropriate e inefficaci ma addirittura potenzialmente dannose per la salute, specie se prescritte a adolescenti che cominciano a presentare disturbi del comportamento alimentare, erroneamente scambiati per disturbi digestivi.