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La Diverticolosi del Colon
 
Che cos’è?
 

Col passare degli anni possono comparire nel colon, la parte distale dell’intestino, estroflessioni simili a piccole sacche, chiamate diverticoli. Questa condizione, denominata Diverticolosi del Colon, di per sé non è una vera e propria malattia, ma lo diventa se si associa alla comparsa di sintomi e allora parliamo di Malattia Diverticolare e, se la causa dei disturbi è l’infiammazione, di Diverticolite.  

 

Quanto è diffusa?
 

E’ presente nel 40% della popolazione con più di 40 anni e dopo i 70 anni arriviamo al 70% degli uomini e all’80% delle donne. Tuttavia solo il 15% dei pazienti manifesta sintomi e il 5% diverticolite.

 

Quali le cause?
 

Non sono ancora chiare. Si ipotizza che queste estroflessioni della parete del colon possano essere la conseguenza delle modifiche strutturali, connesse all’invecchiamento, che ne diminuiscono la capacità di adattamento alla pressione vigente al  suo interno, specie nei pazienti con colon di tipo spastico. 

Più difficile è spiegare la causa della diverticolite. Un’ipotesi suggestiva è che possa essere provocata da una virulentazione della normale flora batterica intestinale.

 

Come si manifesta?

 

In una prima fase si avvertono solo i sintomi legati allo stato spastico del colon, quindi dolore addominale sul lato inferiore sinistro dell’addome, in corrispondenza del colon sigmoideo, dove più alta è la pressione e più frequentemente si riscontrano i diverticoli. Il ristagno delle feci all’interno delle sacche diverticolari può dare proliferazione della flora batterica, quindi fenomeni fermentativi, con senso di gonfiore e disturbi dell’alvo, in particolare diarrea. In caso di fenomeni cicatriziali il transito intestinale sarà ostacolato e prevarrà la stipsi.

I sintomi diventano più gravi se il diverticolo si infiamma cioè nella  diverticolite: il dolore è in questo caso più intenso, possono comparire febbre, nausea, vomito per l’irritazione peritoneale, sintomi urinari per coinvolgimento della parete vescicale contigua, aumento dei globuli bianchi e degli indici infiammatori come VES e PCR. Se non trattata tempestivamente e adeguatamente la diverticolite può evolvere verso complicanze gravi come la perforazione e la peritonite.

 

Come si diagnostica?
 

La visita rimane il momento diagnostico fondamentale e deve precedere qualunque esame strumentale. Inizia con l’ascolto del paziente, della descrizione che fa dei suoi sintomi, delle sue abitudini alimentari, del comportamento del suo intestino e di eventuali fattori scatenanti. La palpazione dell’addome consentirà poi di evidenziare un’eventuale dolorabilità che, se particolarmente accentuata e associata a una massa palpabile, deve far pensare alla diverticolite.

Le indagini strumentali che ci consentono di valutare la presenza dei diverticoli e di eventuali complicanze acute o croniche sono:

  • Colonscopia, consente di osservare direttamente lo stato normale o infiammato delle pareti del colon,  la presenza dei caratteristici orifici diverticolari e di eventuali deformazioni del lume, conseguenti a esiti cicatriziali di pregresse diverticoliti.

  • Colonscopia Virtuale,  viene eseguita quando non è possibile eseguire la colonscopia normale. Consente la ricostruzione virtuale dell’aspetto del colon mediante l’elaborazione di immagini radiologiche acquisite  con la TAC. 

  • TAC dell'addome, nelle fasi acute della diverticolite, in cui la Colonscopia, anche solo virtuale, è controindicata, ci consente di valutare l’estensione del processo infiammatorio e l’eventuale presenza di complicanze.

Come si cura?
 
  • Dieta

Sulla nostra tavola non dovrebbero mai mancare la frutta e le verdure, poiché le fibre contenute nei vegetali migliorano la motilità intestinale e la consistenza delle feci.

Secondo le nuove Linee Guida non è necessario, come veniva suggerito in passato, evitare semi, frutta secca e la buccia della frutta​.

In caso di diverticolite è consentita solo una dieta liquida e poi semiliquida fino alla remissione della fase acuta.

 

  • Farmaci                                                                                                     

     a seconda del quadro clinico e dei sintomi prevalenti verranno utilizzati da soli, ma più spesso

     in associazione:

  • Antispastici, come la Trimebutina e la Mebeverina

  • Lassativi formanti massa, come lo Psillio in caso di stipsi

  • Antibiotici non assorbibili, come la Rifaximina, nelle forme diarroiche

  • Antibiotici assorbibili, come Amoxicillina + Acido Clavulanico, Cefalosporine, Metronidazolo, Chinolonici  nelle forme acute

 

  • Chirurgia

E’ necessaria in urgenza solo se la terapia medica, specie se instaurata in ritardo, non riesce a evitare l’evoluzione dell’infiammazione verso la peritonite diffusa.

In elezione l’intervento è indicato nelle forme complicate da fistole o stenosi cicatriziali, che, restringendo il calibro del colon, ostacolano il normale transito intestinale e provocano episodi di subocclusione.  

Discussa rimane l'indicazione chirurgica se gli episodi diverticolitici tendono a recidivare, stante la possibilità di una buona risposta alla terapia medica, perché supportata da una diagnosi tempestiva e attuata con i farmaci più appropriati. 

L’intervento consiste nella rimozione del segmento colico interessato, di solito il tratto sigmoideo e la parte più distale del colon discendente, con ricongiunzione del colon superstite direttamente al retto, ripristinando quindi il normale transito intestinale.

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